martedì 3 aprile 2012

C'è crisi

Giornali, televisioni e perfino la realtà che ci circonda ci sta dicendo che siamo in un periodo di crisi.
Tutte le previsioni affermano che il PIL italiano avrà un aumento negativo nel 2012.
Piccole e medie imprese falliscono, le grandi aziende sono in crisi. Numerosi sono i casi di suicidio per disperazione. Il nostro attuale governo, d'altro canto, sta facendo cambiamenti considerevoli sulle nostre leggi( e.g. art.18 dello statuto del lavoratore) che ci faranno capire solo in seguito quanto possa essere dannosa questa serie di modifiche. Inoltre le tasse aumentano sulla casa e sulla benzina(tanto sempre meno gente compra un auto, 26 % in meno di media nel settore dell'automobile, con punte di 35 per la nostra Fiat). Di conseguenza sempre meno gente pagherà le tasse.
Se da una parte i greci si sta mobilitando in massa contro il governo e la cattiva gestione negli ultimi decenni(salario minimo sotto i 700 euro, licenziamenti di massa nel settore pubblico, chiusura delle poche aziende private) noi Italiani siamo totalmente passivi. Perché? Perché la stra-grande maggioranza di noi mangia.

Stando ai dati, espressi inizialmente in maniera vaga, sembra che siamo in un periodo di forte crisi economica(aziende che chiudono e decrescita del PIL) ed etica.
Tutti gli economisti sanno che il termine "crisi" ha un duplice significato. Quello negativo, ma anche positivo. Infatti crisi economica significa opportunità. Tutte le grandi crisi hanno portato alla nascita di nuovi ricchi. Nuove persone che aprono aziende, e di conseguenza nuovi posti di lavoro. Basti vedere che il rapporto tra aziende chiuse e aperte nel 2011 è di 50.000 a favore di quelle aperte.
Altri settori hanno avuto un forte aumento. Basti, per esempio, pensare al gioco d'azzardo, un giro di 70 miliardi di euro nel 2011, circa il 100 % in più dal 2005. L'Italia, nonostante l'emergere dei paesi del II mondo, resta la decima nazione con il PIL più alto al mondo. Non contiamo ovviamente i 250 miliardi di economia sommersa in Italia che ci porterebbero all'ottava posizione superando Francia e Brasile e i circa 200.000 lavoratori in nero.

Con questo non voglio dire che non stiamo vivendo un periodo di crisi ma voglio sottolineare che non siamo in un punto di non ritorno come sembra stiano descrivendo certi media(ma tanto lo sappiamo, parlare di cose negative fa più audience). I problemi sono altri, dai grossi sprechi economici effettuati dallo stato alla cattivissima gestione di molte aziende,etc.etc.etc.etc...prima di tappare buchi(economici in questo) cerchiamo di risolvere questi problemi.

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