giovedì 26 aprile 2012

Addio streaming?

Ormai è da diversi mesi che il famoso sito di streaming video Megavideo ha chiuso. Più per paura che per altro altri siti hanno successivamente impedito la condivisione di file o video. Il governo americano nonostante la crisi di credibilità(ma anche altro) vuole ancora imporre il proprio potere in tutto il mondo. Infatti il sito di Megavideo/Megaupload non era registrato negli Stati Uniti ma a Hong Kong.
Quindi la chiusura di vari siti di streaming e di storage online ha "impoverito" il mondo web di contenuti multimediali pirata. Però, come avevo immaginato nell'articolo precedentemente scritto sulla chiusura di Megavideo, sono nati altri siti pronti a occupare la quota di mercato che aveva prima Megaupload. Quest'ultimo infatti aveva un giro d'affari di circa 50 milioni di dollari l'anno grazie agli account a pagamento che permettevano di avere più spazio e di non avere attese dopo un tot. di minuti di visioni di contenuti in streaming.
Probabilmente nessun altro sito raggiungerà il livello che ha avuto Megavideo, o forse non è così? Si stima che Megavideo avesse occupato circa 25 PetaByte(non Peto)(o 25.000 TeraByte, o 25.000.000 GigaByte, quindi circa 6.250.000 di dvd in termini di spazio). Ovviamente non tutto il materiale salvato era pirata. Un sito analogo c'è ma oramai è talmente radicato nel mondo web che non pensiamo che i suoi contenuti possano essere illegali. Sto parlando di Youtube, il sito di videosharing di Google. Nessuno sa esattamente quanti server abbia, si ipotizza che sia circa 70 PetaByte, quasi il triplo di Megavideo/Megaupload. Come per Megavideo molti contenuti sono legali ma quanti sono illegali. Ogni pezzo musicale cantato,suonato in uno studio di registrazione o live è presente su youtube. Se vogliamo ascoltare una canzone è più facile cercarla su Youtube che sulla nostra libreria musicale. La spiegazione è abbastanza semplice. Youtube appartiene a Google, e quest'ultima insieme ad altri kolossal del mondo informatico(Facebook, Apple, Microsoft..) collabora con il governo americano a stretto contatto. Numerosi sono stati infatti gli incontri(pochi dichiarati) con i CEO di queste aziende insieme ai presidenti americani. Da questo possiamo presumere che difficilmente ci saranno azioni legali contro Youtube.



Detto questo, vi informo che da qualche tempo Youtube permette a tutti gli utenti(basta farne richiesta) di caricare un video di qualsiasi lunghezza(prima il limite era di 15 minuti). Questo ha portato all'incremento di upload di interi film su youtube. Youtube si accorge che il materiale che hai caricato è protetto da copyright ma molto spesso non fa niente. Perchè? La risposta a questa domanda spiegherebbe molte ma molte cose.

Ora vi lascio i link di alcuni film caricati su youtube, buona visione(se Google lo permette perché a questo punto non dovreste farlo?).

The Mask ---> http://www.youtube.com/watch?v=vQZUXUO4QiI

Never Back Down --> http://www.youtube.com/watch?v=dB4vb86LhpQ

La leggenda di Al, John e Jack --> http://www.youtube.com/watch?v=q6jpk3bP9m4

Revolver --> http://www.youtube.com/watch?v=1lhGd0Xry6Q

Il favoloso mondo di Amelie --> http://www.youtube.com/watch?v=nUpUypNxgbw

Alpha dog --> http://www.youtube.com/watch?v=3WMaCrRxReQ

Rocky --> http://www.youtube.com/watch?v=5ARd2Bou3EY&feature=related

Rambo --> http://www.youtube.com/watch?v=eNt8SvLnHDo&feature=related

Trainspotting --> http://www.youtube.com/watch?v=WIccqb3I9M4&feature=related

Il mio grasso matrimonio greco --> http://www.youtube.com/watch?v=I4lkRxsO9oM

Io non ho paura --> http://www.youtube.com/watch?v=jeFen1ly-Z4&feature=related

..e tanti altri!!!!!

mercoledì 11 aprile 2012

Groupon e co.


Difficilmente una persona non ha acquistato un coupon su Groupon o su un sito similare. 
Come mai questa formula ha avuto così tanto successo? Ovviamente il vantaggio economico per il consumatore che ha la possibilità di sfruttare un servizio con sconti che sono tra il 30% e il 60% del prezzo usuale è enorme. 






In Italia il boom della coupon-mania è scoppiato circa 2 anni fa. La gente impazziva all'idea di spendere 10 euro per una cena di coppia o una camera doppia di un tre stelle a 30 euro. Sembrava effettivamente un paradiso e Groupon ebbe un successo stratosferico. L'exploit portò alla nascita di molti concorrenti tra cui Groupalia, Let's Bonus., e tantissimi altri. 
Ma chi guadagna da questa formula? In primis Groupon, che si fa pagare dai partner(ristoranti, hotel, bar,aziende..) per pubblicare i loro annunci. Poi ci guadagna il cliente che sfrutta un servizio a un prezzo minore. Infine ci guadagna il partner di Groupon, che ottiene tanta pubblicità(il sito è usufruito da centinaia di migliaia di persone). Però esiste un "MA". 
L'iniziale successo sta pian piano scemando. I partner si sono accorti che forse la gente è un po' troppo abitudinaria. Difficilmente cambiano il loro ristorante preferito o il bar dove fare gli aperitivi. I clienti usufruivano del coupon di Groupon e poi difficilmente tornava nel medesimo locale senza avere sconti. In questo modo i partner di locali già conosciuti e nei centri città ha deciso repentinamente di non investire più su Groupon, troppo alti i costi(Groupon chiede fino al 50% del valore del coupon) e troppo basse le entrate  dopo l'investimento. Tutto ciò ha portato a un nuova ondata di partner, questi però non venivano più dalla città, ma erano principalmente ubicati fuori nella provincia, o spesso in altre città. Infatti mi è capitato più volte di vedere su Groupon Bologna(nella home page) offerte di palestre o ristoranti a Modena o a Ferrara. Niente di paradossale fino a questo punto. Alla fine è normale che sono i partner di provincia quelli che vogliono farsi pubblicità poiché fuori dai grossi passaggi cittadini. 

I partner di Groupon non sono solo ristoranti,alberghi, bar, palestre che una persona può trovare nella propria città. A un certo punto del cursus Groupon ha incominciato ad avere come partner anche siti e-commerce che proponeva taluni dei loro prodotti scontati, può essere un cellulare, una sedia, del vino..etc.etc..
Probabilmente è stata quest'ultima mossa a far cambiare a tante persone l'opinione su Groupon. Infatti ora molta gente odia e detesta Groupon e considera i suoi servizi pessimi. 
Considerando che un partner investe su Groupon per la quantità e non per la qualità molti clienti dopo risultano insoddisfatti. Se un partner vuole vendere un determinato prodotto a X euro e mette l'annuncio su Groupon, a lui non importa se vende più prodotti di quelli che ha in magazzino, anzi è felice. Questo però porta a un allungamento dei tempi di spedizione e il cliente dopo è insoddisfatto perché non ha il prodotto quando vorrebbe(solitamente subito). La critica del cliente è non rivolta al sito e-commerce bensi al sito di Groupon, ritenuto il principale artefice. Questo è un esempio più volte successo negli ultimi tempi. Basta vedere la bacheca di Facebook di Groupon che è piena di lamentele e insulti. Inoltre esiste anche una class-action contro la stessa Groupon. Ma la colpa è di Groupon? Sicuramente sì, gli accordi che essa deve fare con i partner dovrebbero essere migliori e più selettivi. Il rapporto Groupon-partner-cliente dovrebbe essere perfetto. Groupon si deve assicurare che il partner possa soddisfare il cliente e allo stesso tempo dovrebbe a  mio avviso diminuire i prezzi richiesti ai partner per ogni coupon venduto. Però sono i partner quelli che fanno il gioco più sporco. Secondo molti, e anche secondo me, un partner non tratta un cliente normale come un cliente avuto tramite Groupon. Forse potrebbe avere un senso tutto ciò ma dopo difficilmente il cliente tornerà a usufruire i servizi che ha offerto il partner in questione. 
Andando avanti di questo passo Groupon e i suoi similari tenderanno a sparire e ritengo che difficilmente andranno molto oltre il 2012. Sperando che mi sbagli spero che la politica di Groupon e dei partner con cui stringe accordi cambi. Alla fine non mi dispiaceva ogni tanto andare a una grigliata all-u-can-eat a 14 euro. 

martedì 3 aprile 2012

C'è crisi

Giornali, televisioni e perfino la realtà che ci circonda ci sta dicendo che siamo in un periodo di crisi.
Tutte le previsioni affermano che il PIL italiano avrà un aumento negativo nel 2012.
Piccole e medie imprese falliscono, le grandi aziende sono in crisi. Numerosi sono i casi di suicidio per disperazione. Il nostro attuale governo, d'altro canto, sta facendo cambiamenti considerevoli sulle nostre leggi( e.g. art.18 dello statuto del lavoratore) che ci faranno capire solo in seguito quanto possa essere dannosa questa serie di modifiche. Inoltre le tasse aumentano sulla casa e sulla benzina(tanto sempre meno gente compra un auto, 26 % in meno di media nel settore dell'automobile, con punte di 35 per la nostra Fiat). Di conseguenza sempre meno gente pagherà le tasse.
Se da una parte i greci si sta mobilitando in massa contro il governo e la cattiva gestione negli ultimi decenni(salario minimo sotto i 700 euro, licenziamenti di massa nel settore pubblico, chiusura delle poche aziende private) noi Italiani siamo totalmente passivi. Perché? Perché la stra-grande maggioranza di noi mangia.

Stando ai dati, espressi inizialmente in maniera vaga, sembra che siamo in un periodo di forte crisi economica(aziende che chiudono e decrescita del PIL) ed etica.
Tutti gli economisti sanno che il termine "crisi" ha un duplice significato. Quello negativo, ma anche positivo. Infatti crisi economica significa opportunità. Tutte le grandi crisi hanno portato alla nascita di nuovi ricchi. Nuove persone che aprono aziende, e di conseguenza nuovi posti di lavoro. Basti vedere che il rapporto tra aziende chiuse e aperte nel 2011 è di 50.000 a favore di quelle aperte.
Altri settori hanno avuto un forte aumento. Basti, per esempio, pensare al gioco d'azzardo, un giro di 70 miliardi di euro nel 2011, circa il 100 % in più dal 2005. L'Italia, nonostante l'emergere dei paesi del II mondo, resta la decima nazione con il PIL più alto al mondo. Non contiamo ovviamente i 250 miliardi di economia sommersa in Italia che ci porterebbero all'ottava posizione superando Francia e Brasile e i circa 200.000 lavoratori in nero.

Con questo non voglio dire che non stiamo vivendo un periodo di crisi ma voglio sottolineare che non siamo in un punto di non ritorno come sembra stiano descrivendo certi media(ma tanto lo sappiamo, parlare di cose negative fa più audience). I problemi sono altri, dai grossi sprechi economici effettuati dallo stato alla cattivissima gestione di molte aziende,etc.etc.etc.etc...prima di tappare buchi(economici in questo) cerchiamo di risolvere questi problemi.